di Fabrizio Bellini.
Liberami dal senso dell’attesa,
mio signore
e tu mia cara
aprimi i rubinetti del tuo cuore
prima che m’inaridisca di diffidenza;
e credi nella dolcezza
dei frutti
che, seme,
produrrò.
Ogni atto di fede alla fine
necessita di una verifica
ogni apparizione deve farsi carne
ed io, statua, smettere di piangere
e sanguinare.
Ed ogni demone, preso per le corna,
deve essere domato
e fatto moglie
ed unicorno.
Perciò aprimi il tuo cuore, amore
ed insegnami
a dimenticare l’attesa.
16/08/2014 (1.45 circa casa di Willi, Paterno, AN)